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Oliviero Toscani: Un Maestro della fotografia che ha cambiato la storia dell’Immagine

Oliviero Toscani: Un Maestro della fotografia che ha cambiato la storia dell’Immagine

Uno dei fotografi più innovativi e controversi del panorama internazionale, ci ha lasciati. Oliviero Toscani un nome che ha segnato la storia della fotografia e della comunicazione visiva. Con il suo stile audace e provocatorio, Toscani ha saputo unire arte, moda e società in un modo unico, creando immagini che sfidano le convenzioni e lasciano un’impronta indelebile nella memoria collettiva.

Ciò che distingue Toscani da molti altri fotografi è la sua capacità di andare oltre la superficie delle cose, di "guardare oltre l’immagine". Le sue fotografie non sono mai semplicemente estetiche, ma veicolano sempre un messaggio potente, talvolta disturbante. La sua idea di fotografia non si limita a una tecnica, ma si sviluppa in un contesto di analisi sociale e culturale. Toscani ha spesso dichiarato che la sua missione non è solo quella di fare belle foto, ma di fare fotografie che raccontano verità, che scuotono e costringono lo spettatore a riflettere. Il suo approccio iconoclasta ha fatto di lui una figura spesso divisiva: amato da alcuni, criticato da altri, ma sempre riconosciuto come un innovatore. La sua audacia nel trattare temi difficili, come la morte, la malattia, e le disuguaglianze sociali, lo ha portato a essere una figura di riferimento nel panorama della fotografia contemporanea. Oliviero Toscani è stato molto più di un fotografo: è un pensatore, un visionario e un provocatore. La sua carriera è una testimonianza del potere dell’immagine nella nostra società, della sua capacità di influenzare e di raccontare storie che vanno oltre la superficie. Le sue campagne pubblicitarie, le sue fotografie e i suoi progetti continuano a essere fonte di ispirazione per nuovi fotografi e per chiunque sia interessato a comprendere la forza della fotografia come linguaggio universale.

Come lo è stato per il grande Michele Franzese che nel 1998 si rifece ad una sua pubblicità e di certo non passò inosservato.

''Il cartellone è abbastanza chiaro anche con la censura applicata: una seducente ragazza e un uomo mascherato sono in una posa piuttosto provocante e sconveniente. I cartelloni sono stati censurati per celare la scandalosa immagine che, come ha dichiarato lo stesso titolare dell’azienda, è messa lì solo e soltanto per attirare l’attenzione.
Ma la cosa buffa è nel tipo di censura che ha deciso di applicare il comune di Napoli per far fronte alla volgarità dell’immagine: anzichè togliere il cartellone, hanno coperto la parte più compromettente della foto.
Questo tipo di censura, oltre ad essere piuttosto inutile, è un buon canale pubblicitario a sua volta: il messaggio pubblicitario banale e volgare che poteva scaturire dalla foto ora provoca interesse e sicuramente farà parlare molto più di sé.
Un felicissimo Franzese, intervistato da Metropolisweb.it ha dichiarato: "Non avevamo intenzione di scandalizzare nessuno bensì di catturare solo l’attenzione di una nuova clientela. Se poi associazioni cattoliche o altri si sono scandalizzati non è colpa nostra. Sappiamo che i tabelloni sono stati ricoperti e se le autorità competenti hanno deciso di farlo vuol dire che forse avevano le loro ragioni che noi rispettiamo, avevamo pagato regolarmente le tasse per l’affissione e davvero non credevamo di poter sconvolgere più di tanto l’opinione pubblica se non per pura pubblicità".
La pubblicità però ha fatto centro, tanto che le immagini sono finite anche nel programma televisivo “Chiambretti night”.
Quello che ha destato più scandalo non è altro che l’inversione dei ruoli: in una società dove l’uomo sembra poter ottenere tutto quello che vuole e spesso si sono viste immagini eloquenti dove era lui ad usufruire di una donna oggetto, ora si invertono i ruoli ed è la donna a fare ciò che le pare anche in maniera fin troppo esplicita.
"Non volevamo assolutamente diventare un veicolo politico, al contrario", questo l'ultimo commento dei fratelli Franzese, che proprio grazie alla censura hanno visto aumentare esponenzialmente il battage pubblicitario della campagna.

E allora...viva la censura!