
«Il desiderio è radicato nello spirito di questa maison, permea le stanze come un profumo inebriante, quelle stanze in cui continuo a danzare».
Con queste parole, Haider Ackermann cattura l’essenza più intima dell’universo Tom Ford, quel magnetismo sensuale che da sempre ne definisce il DNA. Un’eredità potente, che lo stilista reinterpreta con rispetto e audacia, proiettandola in un presente che continua a flirtare con l’erotismo e la teatralità.
Dal suo debutto, Tom Ford ha saputo fare della seduzione una cifra stilistica inconfondibile — prima trasformando Gucci in una fucina di sensualità audace, poi fondando la propria maison all’insegna di un lusso opulento e dichiaratamente provocatorio. Oggi, quell’energia ritorna in passerella con una regia estetica che non lascia spazio all’indifferenza.
La scena si apre come un palcoscenico notturno, immerso in atmosfere quasi cinematografiche, davanti a ospiti d’eccezione come Kate Moss e Rita Ora. I look, scanditi da entrate irregolari in stile edonistico anni ’90, esplodono in un gioco di luci e volumi che inneggia al corpo e alla libertà espressiva.
Tailleur iperfemminili, laccati e lucidi come vinile, riflettono la luce con una precisione quasi sensuale, mentre lingerie a vista, cut-out strategici e trasparenze audaci raccontano un desiderio senza filtri. Ai piedi, sandali con anelli metallici evocano un immaginario sottilmente BDSM, alternandosi a stiletto vertiginosi che completano la silhouette con una dose letale di glamour.
E poi c’è lei, Vittoria Ceretti, musa contemporanea, che chiude la sfilata in un abito lungo dai bagliori liquidi, come se il tessuto fosse stato dipinto direttamente sulla pelle. Un’ode al corpo, alla libertà, al desiderio. Firmato Tom Ford, con la firma visionaria di Haider Ackermann.